Carrubean party

Ancora sotto con le sperimentazioni culinarie, in casa Cabrini… Questo è il secondo post “monotematico”. Come avrete intuito, i nuovi acquisti esercitano un effetto ipnotico sui due musicanti, che assumono nei loro confronti lo stesso atteggiamento di un bimbo con il giocattolo nuovo: ci si appat(d)ellano e non lo mollano più (ci perdoneranno i sostenitori di un’alimentazione VARIA ed equilibrata…).
Dopo la Mandorla Pigliatutto, è la volta della Carruba Allucinogena; la Rossa Cantante, reduce da due giorni di preparazioni a base di farina di carrube scovata a Roma (vi ricordate i tartufi dello scorso post? ecco, è sempre lei), si è infatti svegliata in piena notte descrivendo per filo e per segno al povero Maestro il fantomatico “kushmiti”, strumento musicale (o arma di distruzione di massa?) costituito di improbabili tentacoli metallici sognato in preda a deliri mistici. Che il sogno fosse un’indicazione oracolare su nuove frontiere musicali per gli Almost 3, non è dato saperlo; ci è però venuto il dubbio che BB, nell’impastare, di quella polvere di carruba se ne fosse sniffata un po’ troppa. Ma passiamo ai fatti.

1) Primo parto: crema nocciolarruba.
INGREDIENTI:

  • 140 g di nocciole
  • 60 g di farina di carrube
  • 50 g di olio di mais
  • 125 g  di latte di riso
  • 55 g di zucchero di canna integrale
  • 1/2 c di vaniglia in polvere
Frullare le nocciole con lo zucchero, dopodichè aggiungere la farina di carrube, la vaniglia, l’olio e il latte di riso e continuare a frullare, fino a ottenere una goduriosissima crema spalmabile.

2) Secondo parto: Tartellette alla crema nocciolarruba. Regalino della Rossa Cantante a un Cabrini famelico di ritorno dall’ennesimo concerto :-).


INGREDIENTI PER 7/8 TARTELLETTE (a seconda della grandezza degli stampini, che comunque devono essere piccoli, formato “pasticcino”):
Per la crema, vd sopra. Per la pasta (qui abbiamo riesumato la frolla light del caro vecchio Boscarello, che ha sfornato da poco un’altra leccornia cartacea):

  • 125 g di farina 0
  • 30 g di malto di mais
  • 30 ml di olio di semi
  • 35 ml di acqua tiepida
  • 1 pizzico di sale
  • 1/2 c di cannella
  • 5 g di lievito al cremortartaro bio
  • lucido (1 C di malto e 3 C di acqua)
Mescolare farina, lievito, sale e cannella. Miscelare a parte il malto con l’acqua e unirli agli ingredienti secchi. Lavorare l’impasto fino a ottenere un panetto elastico, dopodichè coprirlo con un panno e lasciarlo riposare in frigo per 30 minuti. Stendere l’impasto con il mattarello fino a dargli uno spessore di circa 3 mm. Ritagliare dei dischi di pasta regolandosi in base alla grandezza degli stampini (è bene tenerli un po’ più grandi, eliminando poi il bordo in eccesso). Foderare gli stampi con la similfrolla premendo con le dita per modellare le tartellette. Bucherellare la base con una forchetta, coprirla con dei ritagli di carta da forno e riempire con uno strato di legumi secchi. Cuocere in forno a 180 °C per 18 minuti (la cottura può comunque variare in base alle caratteristiche del forno, quindi… Tenetele d’occhio!). Estrarre dal forno, eliminare legumi e carta e lasciar raffreddare. Spennellare con il lucido e riempire con la crema di carrube. Guarnire a piacere (cocco, nocciole mandorle…).
3) Terzo parto (poi abbiamo finito, giurin giuretto!): variazione sul tema di una vecchia ricetta.
INGREDIENTI per 2 tortini:
  • 40 g di farina 00
  • 10 g di farina di castagne
  • 25 g di farina di carrube
  • 40 g di zucchero integrale di canna
  • 70 g di latte di riso
  • 1/4 di bustinadi lievito al cremortartaro
  • 1 C di malto d’orzo
  • 1 c di caffè solubile
  • 1 pizzico di sale
  • 1 pizzico di vaniglia
  • 2 c di confettura di rose bio
Frullare nel mixer gli ingredienti solidi, aggiungere il latte tiepido e il malto e dare un’altra ripassatina per amalgamare il tutto. Versare 2/3 del composto in ognuno dei due stampini foderati con carta da forno, inserire il cucchiaino di marmellata di rose  al centro e coprire con l’impasto restante. Cuocere a 180°C per 20 minuti.
Bene. Ora che le carrube vi escono dalle orecchie, abbiamo concluso. Ah! Dimenticavamo… Ci vediamo al Veganfest? Noi ci faremo una suonatina. Chi non viene è un seme di cacao ;-).
Ciao ciao!
NdC