TVedo spenta…

E se per una volta vi spiattellassimo una ricetta esattamente com’era stata scritta sul libro da cui è stata tratta, senza sostituzioni/aberrazioni/rimestamenti/pentimentistradafacendo? Partiamo da un dato di fatto: casa Cabrini non possiede una TV. O meglio, l’apparecchio in sé esisterebbe, ma da quando Genova è stata dotata di un digitale terrestre i due ancora non si sono decisi a montare l’apposito decoder. E dire che Mamma-Cabrini ne aveva gentilmente fornito loro uno…
Niente. Da quel momento la TV ha assunto svariati ruoli, ma mai quello per cui era stata progettata: da oggetto di design a raccatta-polvere (ottimo tester per l’efficacia dei panni antistatici), da “specchiodellemiebrame” a oggetto di culto (volete mettere il potere evocativo dello schermo nero-ardesia, con quell’alone di mistero del “qualcosa sta per iniziare… Ma cosa?”?).

[piccola parentesi: mentre la Rossa Cantante scrive, Cabrini ha appena constatato di aver preparato un ottimo caffè senz’acqua…].

Morale della favola: l’unico rumore che turba la quiete di casa (a parte i baritonali amici senegalesi, che sono soliti conversare al telefono sotto la finestra dalle 6 di mattina alle 3 di notte :-)) è quello delle pagine dei nostri libri, alternate ai “click” della tastiera del computer. Quindi eccovi una ricetta dal libro “Biscotti al naturale” di Pasquale Boscarello, ed. Terra Nuova. Visto che si parla di pasticceria abbiamo deciso, per una volta, di tenere a bada la fantasia e seguire alla lettera il nostro guru.

INGREDIENTI x 15-20 palline:

  • 125 g di farina di farro
  • 75 g di farina di castagne
  • 25 g di cocco grattugiato
  • 50 g di malto di mais
  • 40 ml di olio di mais
  • 9 g di lievito per dolci
  • 1 pizzico di vaniglia in polvere
  • 1 pizzico di sale
  • 100 ml di acqua tiepida

Mettere in un recipiente gli ingredienti asciutti. Mettere in un boccale il malto e l’olio, versare il composto sugli ingredienti asciutti, poi aggiungere l’acqua e amalgamare il tutto. Infarinare il piano di lavoro e lavorare l’impasto fino a ottenere un panetto morbido ed elastico. Prelevare dal panetto tanti pezzetti e ricavarne delle palline, sistemandole poi su una teglia rivestita di carta da forno. Cuocere in forno a 180-200°C per 15-18′.

Ascolto del giorno: Almost 3-Cry me a river :-).

Ciao ciao!
NdC

INGREDIENTS (for 15-20 small balls):

 

  • 125 g spelt flour
  • 75 g chestnut flour
  • 25 g grated coconut
  • 50 g corn malt
  • 40 ml corn oil
  • 9 g baking powder
  • 1 pinch vanilla powder
  • 1 pinch salt
  • 100 ml warm water

In a large bowl, whisk together the dry ingredients. In a separate bowl whisk together malt and oil; pour the mixture over the dry ingredients, then add water and mix well. Flour the work surface and knead until athedough is smooth and elastic. Take the dough and cut small pieces; shape them into small balls, then store the balls on a baking sheet lined with baking paper. Bake at 180-200 ° C for 15-18 ‘.

Carrubean party

Ancora sotto con le sperimentazioni culinarie, in casa Cabrini… Questo è il secondo post “monotematico”. Come avrete intuito, i nuovi acquisti esercitano un effetto ipnotico sui due musicanti, che assumono nei loro confronti lo stesso atteggiamento di un bimbo con il giocattolo nuovo: ci si appat(d)ellano e non lo mollano più (ci perdoneranno i sostenitori di un’alimentazione VARIA ed equilibrata…).
Dopo la Mandorla Pigliatutto, è la volta della Carruba Allucinogena; la Rossa Cantante, reduce da due giorni di preparazioni a base di farina di carrube scovata a Roma (vi ricordate i tartufi dello scorso post? ecco, è sempre lei), si è infatti svegliata in piena notte descrivendo per filo e per segno al povero Maestro il fantomatico “kushmiti”, strumento musicale (o arma di distruzione di massa?) costituito di improbabili tentacoli metallici sognato in preda a deliri mistici. Che il sogno fosse un’indicazione oracolare su nuove frontiere musicali per gli Almost 3, non è dato saperlo; ci è però venuto il dubbio che BB, nell’impastare, di quella polvere di carruba se ne fosse sniffata un po’ troppa. Ma passiamo ai fatti.

1) Primo parto: crema nocciolarruba.
INGREDIENTI:

  • 140 g di nocciole
  • 60 g di farina di carrube
  • 50 g di olio di mais
  • 125 g  di latte di riso
  • 55 g di zucchero di canna integrale
  • 1/2 c di vaniglia in polvere
Frullare le nocciole con lo zucchero, dopodichè aggiungere la farina di carrube, la vaniglia, l’olio e il latte di riso e continuare a frullare, fino a ottenere una goduriosissima crema spalmabile.

2) Secondo parto: Tartellette alla crema nocciolarruba. Regalino della Rossa Cantante a un Cabrini famelico di ritorno dall’ennesimo concerto :-).


INGREDIENTI PER 7/8 TARTELLETTE (a seconda della grandezza degli stampini, che comunque devono essere piccoli, formato “pasticcino”):
Per la crema, vd sopra. Per la pasta (qui abbiamo riesumato la frolla light del caro vecchio Boscarello, che ha sfornato da poco un’altra leccornia cartacea):

  • 125 g di farina 0
  • 30 g di malto di mais
  • 30 ml di olio di semi
  • 35 ml di acqua tiepida
  • 1 pizzico di sale
  • 1/2 c di cannella
  • 5 g di lievito al cremortartaro bio
  • lucido (1 C di malto e 3 C di acqua)
Mescolare farina, lievito, sale e cannella. Miscelare a parte il malto con l’acqua e unirli agli ingredienti secchi. Lavorare l’impasto fino a ottenere un panetto elastico, dopodichè coprirlo con un panno e lasciarlo riposare in frigo per 30 minuti. Stendere l’impasto con il mattarello fino a dargli uno spessore di circa 3 mm. Ritagliare dei dischi di pasta regolandosi in base alla grandezza degli stampini (è bene tenerli un po’ più grandi, eliminando poi il bordo in eccesso). Foderare gli stampi con la similfrolla premendo con le dita per modellare le tartellette. Bucherellare la base con una forchetta, coprirla con dei ritagli di carta da forno e riempire con uno strato di legumi secchi. Cuocere in forno a 180 °C per 18 minuti (la cottura può comunque variare in base alle caratteristiche del forno, quindi… Tenetele d’occhio!). Estrarre dal forno, eliminare legumi e carta e lasciar raffreddare. Spennellare con il lucido e riempire con la crema di carrube. Guarnire a piacere (cocco, nocciole mandorle…).
3) Terzo parto (poi abbiamo finito, giurin giuretto!): variazione sul tema di una vecchia ricetta.
INGREDIENTI per 2 tortini:
  • 40 g di farina 00
  • 10 g di farina di castagne
  • 25 g di farina di carrube
  • 40 g di zucchero integrale di canna
  • 70 g di latte di riso
  • 1/4 di bustinadi lievito al cremortartaro
  • 1 C di malto d’orzo
  • 1 c di caffè solubile
  • 1 pizzico di sale
  • 1 pizzico di vaniglia
  • 2 c di confettura di rose bio
Frullare nel mixer gli ingredienti solidi, aggiungere il latte tiepido e il malto e dare un’altra ripassatina per amalgamare il tutto. Versare 2/3 del composto in ognuno dei due stampini foderati con carta da forno, inserire il cucchiaino di marmellata di rose  al centro e coprire con l’impasto restante. Cuocere a 180°C per 20 minuti.
Bene. Ora che le carrube vi escono dalle orecchie, abbiamo concluso. Ah! Dimenticavamo… Ci vediamo al Veganfest? Noi ci faremo una suonatina. Chi non viene è un seme di cacao ;-).
Ciao ciao!
NdC

Il post giusto dove mangiare!

Fine settimana bolognese per questa sesta settimana del tour di “Eretici e corsari”. Non poteva capitarci un post(o) migliore! Stavolta i nostri spostamenti sono stati preceduti da un planning degno di un’operazione della CIA, con tanto di mappe prestabilite e percorsi precisi al millimetro che unissero hotel, teatro e… Luogo in cui mangiare “alla nostra maniera”(cene incastrate tra soundcheck e spettacolo incluse).
Tre buoni motivi per trovare in Bologna l’habitat ideale:

1- Una gitarella al Museo Morandi a Palazzo d’Accursio, con relative vedute dall’alto di Piazza Maggiore.


2- Caffettino da Eataly sfogliando libri di cucina alle “Librerie coop” e scovando “Piccola pasticceria naturale” di Boscarello che spunta dallo scaffale più nascosto.


3- Sfamarsi e sbavare come boxer al “Centro Natura”, self service e take away in via degli Albari. Due parolette in più per questa fantastica scoperta: il posto che ognuno vorrebbe dietro casa e che rimpiangeremo a lungo, con una varietà di cibi bio/vegetariani/vegani e una qualità mai trovate. Qualche esempio, tanto per rendere l’idea delle cose assaggiate: polpette di seitan  con salsa di funghi, insalata tricolore con salsa di mele, stufato di zucca, bietole e sedano rapa, semifreddo ai datteri, kanten di castagne e mele e copiose spolverate di lievito alimentare/germe di grano/gomasio.

Veniamo alla ricetta di oggi, sempre sfruttando l’archivio accumulato da Cabrini nel suo fine settimana di “riposo” :-). Una piccola anticipazione da un’altra recente scoperta, un libro di cui vi parleremo presto, comprato dal Maestro in un attacco di cenerentolite (le massaie gli fanno un baffo…).

INGREDIENTI x 4 persone:

  • 100 g di rucola
  • 5/6 noci
  • una manciata di pinoli
  • 1 o 2 zucchine
  • qualche cucchiaio di acqua tiepida
  • sale qb
  • pane

Frullare la rucola spezzettata con le noci e i pinoli. Non servirà olio, perchè quello che rilasciano naturalmente le noci sarà sufficiente a rendere cremosa la salsa; basterà aiutarsi aggiungendo l’acqua tiepida in base alla consistenza desiderata. Aggiustare di sale la crema. Tostare le fette di pane in forno e grigliare le zucchine, tagliate sottili per lungo. Comporre i crostini spalmando la crema e adagiandovi un “nastro” di zucchina.

Ascolto del giorno: Ella&Louis.

Ciao ciao!

NdC

Aspetta e (s)pera!

Spesso chi ci conosce ci fa notare che, per essere musicisti, stiamo un po’ troppo ai fornelli :-P. Ebbene… In realtà non passiamo le giornate a spadellare, lasciando il violoncello triste e solitario in un cantuccio e le corde vocali pure (oddio, quelle rimangono per forza di cose dove stanno -_-)… Il motto del blog è “cucina etica alla portata di tutti“, il che presuppone anche una certa velocità di preparazione. Ma diciamocelo: L’unico vero segreto degli Almost 3 è essere una band anche davanti ai fornelli. Purtroppo non siamo ancora riusciti a coinvolgere Mr.Cello nelle preparazioni culinarie, ma ci stiamo lavorando (usare l’archetto per girare la pasta potrebbe non essere una grande idea, in effetti). Tutta ‘sta pappa-rdella per sfatare un mito: chi l’ha detto che in cucina chi fa da sé fa per tre? Il segreto per non incastrarsi, soprattutto in un mini angolo cottura come il nostro, è la cara vecchia catena di montaggio: impasta-mettisulfuoco-gira-lava. Con 4 mani si dimezzano i tempi, ragazzi, è matematica! Ordunque… Mogli (o mariti): impegni permettendo, armatevi di mariti (o mogli) collaborativi/e e diventate anche voi promoter della cara vecchia filosofia del “Tu is megliu che uan” (ebbene sì… Pure in cucina!). Potreste cominciare, ad esempio, con una delle mirabilanti crostate di Mr. Pasquale Boscarello; N.B: non è pubblicità occulta, giuringiuretto :-). Per la verità non sappiamo neanche che faccia abbia! E’ che le sue ricette, a volte, hanno veramente del mirac(g)oloso! La frolla è la stessa della crostata di una recente ricetta, ma il dolce meritava decisamente un post per la geniale crema pasticc(p)era (scoprirete poi il perchè del nome), che abbiamo scovato nella sezione “creme” del libro e leggermente rivisitato a nostro gusto.

INGREDIENTI:

Per la frolla:

  • 250 g di farina tipo 0
  • 60 g di malto di mais
  • 6 cl di olio di semi
  • 7 cl di acqua tiepida
  • un pizzico di sale
  • 1/2 cucchiaino da caffè di cannella
  • la buccia grattugiata di mezzo limone
  • 10 g di lievito al cremortartaro.

Per la crema:

  • 500 g di pere già sbucciate
  • 500 g di malto di mais
  • 100 g di amido di mais
  • un pizzico di sale
  • 25 cl di acqua fredda
  • mezzo cucchiaino di vaniglia in polvere

Comincia il lavoro di squadra: uno si posiziona al piano per impastare, l’altra si piazza in zona fornelli. C’è da dire che i ruoli non sono mai gli stessi, perchè la soddisfazione di infarinarsi e impiastricciarsi col mattarello alla mano impone la regola del “una volta per uno”. Comunque… Pronti, Partenza, Via!
Cabrini esegue con Maestria le mosse del vero pasticcere naturale, ovvero:
Riunisce in una ciotola gli ingredienti asciutti: farina, lievito, buccia di limone, sale e cannella. Miscela l’olio e il malto di mais in un altro recipiente e li aggiunge alla parte asciutta insieme all’acqua tiepida. Mentre un’indisciplinata BB abbandona la crema con uno scatto felino e lecca il cucchiaino del malto, lui amalgama impassibile il tutto e lo versa su una spianatoia (se avete un robot da cucina potete fare la stessa operazione con la funzione “impastatrice”). Lavora poi l’impasto formando una palla, fino a ottenere un panetto omogeneo, morbido ed elastico. Copre con un panno e lascia riposare per mezz’ora, poi stende la simil-frolla con il matterello fino a formare una sfoglia di circa 30 cm di diametro. A questo punto BB, che nel frattempo ha terminato la preparazione della crema e ha assaggiato come un criceto impazzito tutto l’assaggiabile (persino pezzetti crudi di impasto), si rende utile e dà una mano a stendere il disco di pasta su una teglia da 28 cm rivestita di carta da forno. I nostri beniamini riempiono quindi la base con la crema: uno tiene la pentola, l’altro versa aiutandosi con il cucchiaio. Che bello essere in due! Cabrini aggiunge al fotofinish una manciata di granella di nocciole, che non guasta mai, e via in forno a 200 °C per 18 minuti circa.

Ma facciamo un rapido rewind e osserviamo la rossa Spilluzzicatrice alle prese con i fornelli. BB sbuccia le pere, le taglia a pezzettini e le frulla nel mixer con il malto e il pizzico di sale. Versa così il composto in una pentola e cuoce a fuoco basso, mescolando spesso per evitare che si attacchi. Nel frattempo scioglie in un boccale l’amido di mais nell’acqua fredda. Quando il composto di pere e malto ha raggiunto l’ebollizione, versa l’acqua con l’amido ben sciolto, mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi. In pochi minuti la crema si addensa, e il classico “pluf pluf” dà il segnale di spegnere il fuoco. Una volta che si è raffreddata, la frulla nuovamente per renderla ancora più vellutata. A questo punto, in attesa che la frolla finisca di riposare, BB rifocilla il Maestro Cabrini con un bel cucchiaio ricolmo per evitare il calo di zuccheri e osserva l’espressione mistica che assumono i suoi occhi dopo l’assaggio. Ricorda decisamente la crema pasticcera, ma con la base di pere ha una bella dose di fascino in più!

Et voilà! Anche domani una super-colazione è assicurata.

Ascolto del giorno: Hurts

Ciao ciao!

NdC

Problemi di cròstata?

Premessa: BB e Cabrini (alias Flavia e Stefano) vanno letteralmente PAZZI per la pasta frolla; dopo il loro passaggio, qualsiasi teglia da crostata è tirata a lucido come la carrozzeria di una Cadillac appena uscita dal concessionario. Neanche una briciola residua. Niente di niente. Qualcuno potrebbe a questo punto alzare la mano e far  notare, a ragione, che la frolla non è esattamente una cosa da ingurgitare in stile Kinder Bueno, “a cuor leggero” (poi ci spiegherete come fa la succitata merendina a meritarsi tale definizione, con le sue 563 Kcal per 100 g -_-. D’accordo che pesa poco, ma…). Bello concedersi di sgarrare ogni tanto, ma se si vuole eliminare l'”ogni tanto” per far posto a uno “spesso”? Come evitare di trangugiare svariate fette di crostata fatta in casa senza  poi versare lacrimoni da coccodrillo? Ancora una volta ci viene in aiuto Boscarello, con la sua “Pasticceria naturale”. Certo, questo impasto non lascerà il retrogusto burroso in bocca, ma, assicurano dei frollofili doc, è goduriosissimo, a prova di rimorso e magicamente privo di uova, latticini e zucchero. Il sapore è decisamente meno stucchevole delle classiche basi per crostata, il che permette anche di utilizzare marmellate piuttosto dolci, ottenendo così un equilibrio perfetto. Assolutamente da provare!

INGREDIENTI:

  • 250 g di farina tipo 0
  • 60 g di malto di mais
  • 6 cl di olio di semi
  • 7 cl di acqua tiepida
  • un pizzico di sale
  • 1/2 cucchiaino da caffè di cannella
  • la buccia grattugiata di mezzo limone
  • 10 g di lievito al cremortartaro.

Riunire in una ciotola gli ingredienti asciutti: farina, lievito, buccia di limone, sale e cannella. Miscelare l’olio e il malto di mais in un altro recipiente e unirli alla parte asciutta insieme all’acqua tiepida. Amalgamare il tutto e versarlo su una spianatoia (se avete un robot da cucina potete fare la stessa operazione con la funzione “impastatrice”). Lavorare l’impasto formando una palla, fino a ottenere un panetto omogeneo, morbido ed elastico. Coprire  con un panno e lasciar riposare per mezz’ora, poi stendere la simil-frolla con il matterello fino a formare una sfoglia di circa 30 cm di diametro. Trasferire il disco di pasta su una teglia da 28 cm rivestita di carta da forno, riempire a piacere (noi abbiamo usato una marmellata di prugne) e modellare il bordo. Infornare a 200 °C per 18 minuti circa. Risultato: merende e colazioni “da campioni” e davvero “a cuor leggero” (alla faccia della Kinder).

Ascolto del giorno: Sakamoto

Ciao ciao!

NdC

La dolce vita

Dopo i 7 vizi capitali, ci sono i 7 impasti base per dolci di Pasquale Boscarello. Montersino:Boscarello=Ricotta:Silk tofu. Il suo è un libro da mantra, della serie: “questo lo proviamo”. Ieri sera ci siamo cimentati con l’impasto “Dolce vita”, ottenendo una base per torta da farcire di sapore vagamente simile al pan brioche, visto l’impiego del lievito di birra, che conferisce, per forza di cose, un sapore peculiare. A questo punto siamo ansiosi di sapere se qualcuno di voi ha provato gli impasti di Boscarello e, soprattutto, le creme per farcitura, che ci incuriosiscono parecchio. In questo caso, avendo un bel barattolo di marmellata di zucca comprata alla fiera di Murta, la scelta del “ripieno” è stata davvero semplice. Variazioni sul tema: abbiamo sostituito l’olio di mais con olio di semi di girasole, avendone in quantità industriali causa Alzheimer galoppante e “morbo del Questociserve”(esattamente il motivo per cui ci ritroviamo spesso con 8 confezioni di farro in dispensa, 5 di fiocchi di azuki, ecc. ecc.); la vaniglia doveva essere in polvere, secondo ricetta, ma abbiamo preferito usare i semi di una stecca.

INGREDIENTI per una tortiera da 28 cm:

  • 140 g di farina tipo 0 BIO
  • 140 g di farina Manitoba BIO (mulino a pietra naturale)
  • 140 g di malto di mais
  • 55 g di olio di semi di girasole
  • 55 g di mandorle pelate, tostate e frullate
  • 160 g di mele Golden sbucciate e tagliate
  • 50 g d’uvetta lavata e scolata
  •  5 cl di acqua tiepida
  • 1 cubetto di lievito di birra fresco
  • 1 cucchiaino scarso di sale
  • i semi di mezza stecca di vaniglia
  • la buccia grattugiata di mezzo limone (occhio che sia BIO!)

Far sciogliere il lievito sbriciolato nell’acqua tiepida. Nel frattempo frullare insieme le mele, il sale, la vaniglia e la buccia di limone. Quando il composto sarà abbastanza omogeneo, unire le mandorle, l’olio e il malto, continuando a frullare fino a che il tutto non sarà ben amalgamato. In una scodella a parte mettere le due farine (meglio se setacciate, per evitare la formazione di grumi), l’uvetta, il composto precedentemente lavorato e l’acqua con il lievito. Mescolare con le mani fino a ottenere un impasto morbido: sollevandone un po’ con una mano e lasciandolo, dovrà cadere lentamente. Farlo riposare per circa mezz’ora, poi stenderlo nella teglia rivestita di carta da forno e far lievitare per un’altra mezz’oretta abbondante (possibilmente al “calduccio” :-)). Cuocere in forno a 190°C per venti minuti circa. Una volta sfornata la torta, lasciar raffreddare bene prima di procedere con la farcitura. Tagliare in senso orizzontale con un coltello grande seghettato (la lama liscia rischia di non essere efficace) e spalmare su una delle due metà il ripieno desiderato (la marmellata di zucca, nel nostro caso), dopodichè rimettere il “coperchio”. Perfetta per la colazione, forse un po’ meno adatta a una cena con gli amici per via del suo sapore “panoso”.

Ascolto del giorno: Saroos (dolce ricordo del bel concerto a cui abbiamo assistito ieri sera a Genova).

Ciao ciao!

NdC