Accade talvolta che Cabrini e BB, verso le undici di sera, siano colti da pseudo-folgorazioni riguardo a sperimentazioni culinarie in stile “saltonelbuiosenzaparacadute”. Ancora non è ben chiaro se il fattaccio sia dovuto a sostanze occulte presenti nei quintali di zucca che i due tendono a consumare in questo periodo; fatto sta che l’ideona di ieri sera è stata:
-Perché non proviamo a imitare la Mozzarisella o la Spalmarisella?-
Per chi non lo sapesse, si tratta di due prodotti in commercio golosi quanto basta ma non esattamente “anticrisi” :-/. Ecco com’è andata:
Dopo aver letto gli ingredienti e tentato improponibili calcoli per riprodurre le giuste proporzioni, i due hanno optato per il metodo della nonna: no bilancina, no cups, no tablespoons, ma il caro, vecchio “occhio”. Il procedimento è stato il seguente: far stracuocere 50 g di riso in acqua salata (è buona regola “sperimentare” a piccole dosi, onde evitare sprechi nel caso il risultato fosse un epic fail), scolarlo tenendo da parte l’acqua di cottura, frullarlo con 6 cucchiai di acqua di cottura, aggiungere un cucchiaio di succo di limone, un cucchiaino da tè di lievito alimentare in fiocchi e un cucchiaio di olio di semi bio. A questo punto aggiustare di sale, rimettere in un pentolino, scaldare bene e aggiungere 1 g di agar agar in polvere sciolto in due cucchiai di acqua. Oliare una ciotolina, versarvi il composto, lasciarlo raffreddare e metterlo in frigorifero.
Al mattino i due si sono svegliati con un entusiasmo degno di quello dei bimbi la mattina di Natale. La curiosità era tanta. Ci piacerebbe potervi dire che il risultato era perfetto, ma saremmo dei gigioni. La consistenza era Vinavil-style e l’agar agar, forse per l’eccessiva presenza di riso rispetto alla fase liquida, non aveva svolto il suo compito a dovere, lasciando il composto cremoso e non ben solidificato. Cabrini ha avuto persino il coraggio di dire: – Ma sai che spalmato sui crackers è buono?-. Solito inguaribile ottimista. Tuttavia non aveva tutti i torti. Il problema, infatti, non era il sapore, ma la consistenza. Due veri pionieri della cucina sperimentale, però, non si arrendono facilmente: MAI cestinare qualcosa che possa tornare in qualche modo utile. Tranquilli: i due non hanno usato lo pseudo-formaggio per stuccare i buchi della casa, né hanno venduto il brevetto per le prossime scene di arrampicata sui muri di Spiderman. A venir loro incontro è stata un’ulteriore (stavolta meno fallimentare) illuminazione: Il mitico erbazzone di Sara! Ecco, quindi, la soluzione definitiva: pasta dell’erbazzone e ripieno a base di avanzi e… formaggino Tincolla. Sì, perchè come ogni colla che si rispetti il nostro surrogato di nonsoche si è rivelato un legante incredibile… Altro che tofu! E il sapore del risultato finale era davvero da leccarsi i baffi (qui dovete abbassare il sopracciglio che state tenendo sollevato da quando avete iniziato a leggere il post e…fidarvi)! Quindi…

INGREDIENTI:
Per la pasta:
- Farina di farro integrale
- 1/2 bicchiere di olio evo
- 1/2 bicchiere d’acqua
- 1/2 cucchiaino di bicarbonato
- una presa di sale
Per il ripieno:
- zucca e broccoli romani cotti al vapore (circa mezzo broccolo di medie dimensioni e 5-6 fettine di zucca)
- Formaggino “Tincolla”, ottenuto a partire da 50 g di riso
- sale e pepe qb

Mettere in una ciotola l’acqua, l’olio, il bicarbonato e il sale. Aggiungere la farina poca alla volta, fino a ottenere un impasto sodo e omogeneo, non appiccicoso. Lavorare per qualche minuto l’impasto e lasciarlo riposare al fresco. Intanto schiacciare grossolanamente la zucca e i broccoli, aggiungere il formaggio Tincolla e amalgamare bene il composto, salando e pepando. Prendere l’impasto, dividerlo in due (una parte dev’essere leggermente più grande dell’altra) e stendere con il mattarello due sfoglie sottili. Adagiare la sfoglia di dimensioni maggiori su una teglia ricoperta di carta da forno, spalmarvi il ripieno e chiudere lo pseudo-erbazzone con l’altra sfoglia, arricciando poi i bordi. Cuocere in forno a 200 °C per 30-35 minuti.


Ascolto del giorno: Radio “Note di cucina” (puntata 3)
Ciao ciao!
NdC

One of the most important things, for vegetarians and vegans, is to use imagination. Yesterday, as we often do, we tried to make an experiment: rice cheese! Well… Sometimes something go wrong. The taste was good, but the consistence, very sticky, wasn’t the right one :-/. Could we throw it away? Not at all! It was a perfect binding agent to make a delicious filling for a pie! 🙂
INGREDIENTS for the “Sticky rice cheese ^ ^”:
- 50 g of rice
- salt
- 1 tbsp lemon juice
- 1 tbsp corn oil
- 1 teaspoon nutritional yeast flakes
- 1/4 teaspoon agar agar powder
Overcook the rice in salted water, drain and keep aside the cooking water. With the Minipimer, blend together rice, 6 tablespoons of cooking water, lemon juice, nutritional yeast flakes and corn oil. Put the mixture in a saucepan, heat and add agar agar powder melted in 2 tablespoons of water. Pour the mixture in a small oiled bowl, let it cool and put it in the refrigerator.
INGREDIENTS for “Erbazzone” pie:
For the pastry:
- Wholemeal spelt flour
- 1/2 cup extra virgin olive oil
- 1/2 cup of water
- 1/2 teaspoon baking soda
- a pinch of salt
For the filling:
- pumpkin and broccoli, steamed (about half a medium-sized broccoli and 5-6 slices of pumpkin)
- rice cheese
- salt and pepper to taste
In a large bowl, mix the water, oil, baking soda and salt. Add the flour a little at a time until dough is firm and smooth, not sticky. Work the dough for a few minutes. Meanwhile, crush the pumpkin and broccoli with a fork, add the “cheese” and mix well, seasoning with salt and pepper. Take the dough, divide it into two parts (one part should be a little bit bigger than the other) and roll out two thin sheets. Put the wider sheet on a baking pan covered with parchment paper, spread the filling on it and cover with the other sheet, then curl the edges. Bake at 200 ° C for 30-35 minutes.