Ora et raviola

-Ti piace così?-
-Mmm… Un po’ meno, amore. Spinge un po’ troppo. –
-Ora?-
– Meglio, ma non c’è intensità. Cambiamo ritmo?-
– Amore, ma sei incontentabile! Secondo me è la posizione che non va.-
[… ]

No, non siete capitati in un blog per soli adulti. Lasciateci spiegare. Sono giorni intensi di lavoro su pezzi originali e nuovi arrangiamenti, per gli Almost 3. In pratica siamo di fronte a una lotta senza quartiere tra bernoccoli: quello della cucina continua a sgomitare per guadagnarsi il suo spazio vitale accanto a quello della musica, che a sua volta se la gioca con altre 10000 passion_celle; la nostra scimmiesca curiosità fa sì che, se va avanti così, rischiamo di aver più protuberanze in fronte di un triceratopo. Detto questo, torniamo alla mattina di due giorni fa. Mentre i due musici si arrovellano davanti al computer sui suoni da scegliere per i pezzi, BB viene folgorata sulla via di Damasco: I RAVIOLI!!! Chissà quali recondite connessioni sinaptiche fanno riemergere alla mente della Rossa Cantante il ricordo delle sessioni di “raviolamento” in compagnia di nonna e bisnonna, tanto tempo prima; sempre memore delle proprie origini carniche, anche nella noiosa vita cittadina la famiglia BB stabiliva 3 o 4 volte l’anno il fatidico “GIORNO DEI CJARSONS“. Alla proposta della Rossa Cantante Cabrini vorrebbe rispondere con convinzione, ma la punta del sopracciglio sinistro leggermente alzata tradisce tutte le sue perplessità in merito. Improvvisamente gli si parano di fronte fantasmagoriche apparizioni di nuvole di farina svolazzante, per tacere su piano cucina, mattarello e armamentari vari da lavare. Essendoci degli arrangiamenti che attendono, difficile conciliare le due cose… Eppure lo sguardo supplichevole di BB fa sì che si trovi rapidamente una soluzione: lei in cucina a restituire mani all’impastatura, lui in salotto a cercare soluzioni musicali, con ambigue conversazioni “a distanza” annesse; tutto questo finchè Cabrini multitasking, incuriosito da tanti sommovimenti nell’altra stanza, non fa capolino di là, acchiappa l’iPhone e si improvvisa novello Kubrick, con superbe inquadrature di un’elegantissima donna tutta pigiama e felpa.
Tadaaaan!

Regia, riprese e soundtrack by Maestro Cabrini.

Bene. Dopo questo breve momento di intrattenimento, passiamo alla ricetta (improvvisata, come nella nostra miglior tradizione).

INGREDIENTI per due piatti abbondanti:
Per la pasta:

  • 140 g di farina di kamut (+ altra da aggiungere via via in base alla consistenza)
  • 1 C di olio evo
  • una presa di sale
  • 90 ml di acqua circa

Per il ripieno:

  • le cime di un broccolo romano
  • 1 C di capperi dissalati
  • 1 C di olive nere
  • sale qb

La “farcia”, per chi ha la memoria lunga, è fatta con lo stesso procedimento della salsina spalmabile di broccoli che potete scovare in un vecchio post, e c’è un motivo: era un avanzo della sera prima :-P. Sempre della serie “non si butta via niente”… Dividete il broccolo in cimette e cuocete in acqua bollente salata per 10 minuti. Scolate e frullate con i capperi dissalati e le olive, aggiungendo se necessario pochissima acqua di cottura per ammorbidire la crema. Ovviamente, se rispettate le dosi per 2, ve ne avanzerà un po’. Ottimo modo per aver già pronto l’antipasto del giorno dopo da spalmare sul pane! Ma veniamo alla pasta: Grande scoperta, l’esperimento con la farina di kamut! Assolutamente perfetta, perchè non ha alcuna necessità di uova per risultare elastica a sufficienza. Si tira che è una meraviglia!  In una ciotola unite la farina e il sale all’olio e all’acqua, versandola poco alla volta (la quantità necessaria è comunque un po’ variabile in base al tipo di farina). Lavorate il tutto sulla spianatoia fino a ottenere un panetto omogeneo ed elastico, regolandovi con l’aggiunta eventuale di un po’ di farina, dopodichè lasciate riposare in frigo per circa mezz’ora. Stendete la pasta con il mattarello fino ad avere una sfoglia sottile (circa 3 mm), dopodichè aiutatevi con un bicchiere rovesciato per suddividerla in cerchi di uguali dimensioni. Posizionate un cucchiaino d’impasto su ognuno (attenzione a non metterne troppo: trovereste difficoltà nella chiusura) e procedete a chiudere come illustrato nelle riprese cabriniane :-). Cuocete in acqua bollente salata per circa 4 minuti. Condite a piacere. Noi abbiamo optato per un velocissimo sughetto del Maestro: radicchio tagliato a listarelle e scottato in padella con un po’ d’olio.

Ciao ciao!

NdC

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  1. Ammetto di aver pensato male leggendo le prime righe ; )
    carinissimo il video (ah i pantaloni di pigiama viola, belli! io ho combinato dei disastri cucinando e fotografando con i miei fucsia, tutte le foto colorate coi riflessi hehe 😉 )
    Bella l’idea dei ravioli con la farina di kamut, in effetti è vero rende gli impasti molto elastici, la proverò anch’io per sostiutire la pasta all’uovo!

  2. ahahahaha, fantastici come sempre! non solo per la ricetta buonissima, ma anche per tutto il resto!
    e che pazienza, accidenti!!! per me la pasta ripiena è una roba proprio da perderci la testa…

  3. Siete degli spettacoli viaggianti, fra musica, ravioli e doppisensi, ma bravi!
    Io a natale scorso ho fatto i tortellini del futuro a base triangolare, mi sono divertita un mondo anch’io e ho il materiale video da montare rimasto in archivio…
    anche i vostri tortelloni tondi mi piacciono molto, la farcia l’ho già provata (anch’io riciclo selvaggio!), buonissima, ma per il condimento a me no radicchio cotto… mi basta anche un filo d’olio aromatizzato come vi pare!
    La kamut l’ho usata anch’io e mi trovavo bene finché non ho scoperto che una multinazionale ha brevettato un seme antico… e da allora cerco sempre di usare semola se possibile dei nostri grani antichi (dal senatore cappelli a saragolla ecc.).

    ciao artisti! ora et ravjul (alla maltese!)

    😉

    • 🙂 Ma che belli i tortelli triangolari futuristi! Ci hai incuriositi!!! BB ha usato un po’ di tecniche delle nonne :-). Anche noi abbiamo letto del kamut. Ormai è diventato una moda, e cerchiamo di usarlo raramente. Per certe cose, però, reagisce molto bene. Malefiche multinazionali… :-/

    • Ciao Matteo! I cjarsons friulani si fanno anche senza uova, dipende dalle ricette :-). L’esperimento consisteva proprio nel non isarle sfruttando l’elasticità della farina di kamut, che rende bene anche senza ovetto ^ ^

  4. Ma che belle le tue ricette: complimentI! Mi salvo il tuo sito tra i preferiti, qualcuna la sperimenterò… Ad esempio la crema di carrube e nocciole qui sotto: la farina di carrube la trovi al biologico? Grazie 🙂

    • Benvenuta! Siamo passati da te, e dobbiamo dire che il tuo blog è davvero piano di consigli utilissimi. Complimenti, let’s keep in touch :-). La farina di carrube l’abbiamo acquistata a Roma da Castroni. Purtroppo qui a Genova non riusciamo a trovarla da nessuna parte. L’unica è ordinarla online…

  5. Pingback: Ravioli da leccarsi i baffetti! « ravanellocurioso

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