I BisCotti del Mulino Stanco

Ballonzolando tra un concerto e l’altro, Cabrini & BB arrivano a metà mese con una buona dose di ore di sonno in arretrato, mostrando segni di incontenibile narcolessia nei pochi giorni di tregua casalinga e coccole culinarie. Sovente, in queste stranamente tiepide giornate dicembrine, si possono osservare i nostri due esemplari di Musicantes italicus mentre assumono la classica andatura del bradipo pigmeo, trascinandosi da una stanza all’altra in compagnia di pandiche occhiaie. In una parola, a ‘sto giro i due sono decisamente cotti. Urge, dunque, un rimedio rapido (e possibilmente godurioso) per compensare le 4 ore medie di sonno a notte. La soluzione è, ovviamente, una colazione da musiCampioni! Stavolta è BB a rimboccarsi le maniche in assenza di Cabrini (impegnato in lunghe prove in teatro in compagnia di Gnuquartet e Neri Marcorè), vincendo la poltrite acuta e sfornando una raffica di biscotti iperenergetici. Ecco dunque una versione ‘alternative’ dei blasonatissimi Grancereale, complice il libro “Il gusto della gioia” (un po’ stucchevole nei contenuti, a nostro parere, ma pieno di ricette super). Sarà che a noi si alza la psico-glicemia ogni volta che ci imbattiamo in quelle odiose pubblicità della Mulino Bianco che ora, ahinoi, ci propinano anche su YouTube (neanche aver smesso di guardare la TV da tempo serve più), ma il desiderio di riscatto sulle bucoliche tavolate finto-campagnole di famiglie di fustacchioni/e ipersorridenti con robotici pargoletti rosei e obbedienti al seguito è troppo grande. Largo, dunque, ai bisCotti del Mulino Stanco, da mangiare rigorosamente in compagnia delle amiche Borsesottogliocchi perchè, ebbene sì, generalmente nella vita reale alle 7/8 del mattino le persone consumano la colazione senza tre strati di fondotinta e la messa in piega appena fatta -_-.

INGREDIENTI:

  • 270 g di fiocchi di avena
  • 150 g di farina integrale
  • 190 g di zucchero grezzo di canna
  • 1 c di lievito in polvere bio
  • 100 g di uvetta sultanina
  • 75 g di cocco disidratato
  • 2/3 c di zenzero macinato
  • 2/3 c  di cannella
  • un pizzico di sale
  • 100 ml di olio di semi di girasole
  • 190 ml di acqua

Mescolare gli ingredienti secchi in un recipiente, dopodichè aggiungere l’olio e l’acqua. Impastare con la mano finchè il composto non diventa compatto, poi preparare delle sferette della grandezza di palline da golf. Adagiarle su una teglia rivestita di carta da forno e schiacciarle un po’ con il palmo della mano. Infornare a 180°C per circa 20 minuti (la cottura varia un po’ in base alle caratteristiche del forno), finchè la parte esterna dei biscotti sarà dorata. Far raffreddare prima di passare all’assaggio. Preparazione superveloce, risultato assicurato!

Ascolto del giorno: Joe Pass 

Ciao ciao!

NdC

Batti un colpo se cheesecake!

Questa è la seconda puntata della miniserie “Il ringraziamento del pollo”. Eravamo rimasti a una BB affamata di ritorno dai concerti che si sgrifava seitan e basmati a velocità supersonica. Ma tra quegli attimi e il successivo momento “divanite”, in realtà, abbiamo trascurato un particolare tutt’altro che secondario. L’instancabile Cabrini, infatti, spalanca improvvisamente il frigo estraendone a sorpresa due conturbanti tofu-cakes (liberamente ispirati, ovviamente, al classicissimo e “onnivoro” cheesecake). Attimo di commozione, primo piano sullo sguardo languido di BB (brevissimo, per la verità, perchè nel giro di un microsecondo il primo cucchiaino è già nelle fauci della rossa cantante). Per giunta il suddetto dolcetto è pure super-sano, come nella miglior tradizione del Maestro Cabrini! No latticini, no zucchero. Neanche un briciolo di senso di colpa, dunque, a frapporsi tra le bocche e le due coppette. Ma bando alle ciance: raccontiamo la ricetta, onde evitare aumenti della salivazione incontrollati.

INGREDIENTI x 4 persone:

  • 250 g di tofu
  • 1 bicchiere e mezzo di latte di soia
  • 1 cucchiaino di vaniglia in polvere
  • 2 cucchiai di malto di mais
  • 100 g di mandorle sgusciate
  • una vaschetta di lamponi
  • 16 biscotti secchi al cacao vegan+poco latte per ammorbidirli

Sbriciolare i biscotti e aggiungere latte quanto basta per ottenere un composto appena umido, modellabile. Coprire il fondo di 4 coppette e tenerle una decina di minuti in freezer. Portare il latte a bollore con la vaniglia e aggiungere il malto e il tofu sbriciolato, lessandolo a fuoco basso per 10 minuti circa. Passare la crema al minipimer e far raffreddare. Intanto tostare le mandorle per pochi minuti in una padella antiaderente, dopodichè tritarle e unirle alla crema di tofu. Completare le coppette con il composto così ottenuto e decorare con i lamponi.

Ascolto del giorno: Aziza Zadeh

Ciao ciao!

NdC

Il Ringraziamento del pollo

Capita di stare via per due giorni in giro per concerti, per forza di cose lontani; uno a casa uno in giro, uno in giro uno a casa. Cene al ristorante, tanta musica, poche ore di sonno, un po’ di “divanite” in arretrato. Cosa c’è di meglio che scendere dal treno all’una e mezza con una fame da gibbone, trovare l’altro che ti aspetta al binario, arrivare a casa trascinandosi dietro la fedele compagna di viaggio Valigia (Luigia per gli amici), aprire il portone e sentire un profumino killer che ti accoglie già dall’androne del palazzo? Stavolta a godere di questo momento idilliaco è stata BB, accolta, al suo ritorno, da un piatto cabriniano che aveva del commovente.

INGREDIENTI x 2 persone:

  • 100 g di riso basmati bollito
  • 150 g di seitan al naturale
  • 140 g di piselli al naturale
  • 200 ml di latte di cocco
  • due cucchiaini di curry circa
  • sale e pepe qb
  • un filo d’olio evo

Tagliare a cubetti piuttosto grossolani il seitan e farlo insaporire per 5 minuti in un filo d’olio insieme ai piselli, salando e pepando a piacere. Aggiungere il latte di cocco e, quando la salsa comincia a rapprendersi, unire il curry, bilanciando la quantità a seconda dei gusti e della consistenza desiderata per la salsa. Servire  con il riso basmati semplice o aromatizzato a piacere (cannella, anice stellato, chiodi di garofano, cardamomo, cumino, ecc.), dopodichè spalmarsi sul divano come foche monache spiaggiate leccandosi i baffi.

Problemi di cròstata?

Premessa: BB e Cabrini (alias Flavia e Stefano) vanno letteralmente PAZZI per la pasta frolla; dopo il loro passaggio, qualsiasi teglia da crostata è tirata a lucido come la carrozzeria di una Cadillac appena uscita dal concessionario. Neanche una briciola residua. Niente di niente. Qualcuno potrebbe a questo punto alzare la mano e far  notare, a ragione, che la frolla non è esattamente una cosa da ingurgitare in stile Kinder Bueno, “a cuor leggero” (poi ci spiegherete come fa la succitata merendina a meritarsi tale definizione, con le sue 563 Kcal per 100 g -_-. D’accordo che pesa poco, ma…). Bello concedersi di sgarrare ogni tanto, ma se si vuole eliminare l'”ogni tanto” per far posto a uno “spesso”? Come evitare di trangugiare svariate fette di crostata fatta in casa senza  poi versare lacrimoni da coccodrillo? Ancora una volta ci viene in aiuto Boscarello, con la sua “Pasticceria naturale”. Certo, questo impasto non lascerà il retrogusto burroso in bocca, ma, assicurano dei frollofili doc, è goduriosissimo, a prova di rimorso e magicamente privo di uova, latticini e zucchero. Il sapore è decisamente meno stucchevole delle classiche basi per crostata, il che permette anche di utilizzare marmellate piuttosto dolci, ottenendo così un equilibrio perfetto. Assolutamente da provare!

INGREDIENTI:

  • 250 g di farina tipo 0
  • 60 g di malto di mais
  • 6 cl di olio di semi
  • 7 cl di acqua tiepida
  • un pizzico di sale
  • 1/2 cucchiaino da caffè di cannella
  • la buccia grattugiata di mezzo limone
  • 10 g di lievito al cremortartaro.

Riunire in una ciotola gli ingredienti asciutti: farina, lievito, buccia di limone, sale e cannella. Miscelare l’olio e il malto di mais in un altro recipiente e unirli alla parte asciutta insieme all’acqua tiepida. Amalgamare il tutto e versarlo su una spianatoia (se avete un robot da cucina potete fare la stessa operazione con la funzione “impastatrice”). Lavorare l’impasto formando una palla, fino a ottenere un panetto omogeneo, morbido ed elastico. Coprire  con un panno e lasciar riposare per mezz’ora, poi stendere la simil-frolla con il matterello fino a formare una sfoglia di circa 30 cm di diametro. Trasferire il disco di pasta su una teglia da 28 cm rivestita di carta da forno, riempire a piacere (noi abbiamo usato una marmellata di prugne) e modellare il bordo. Infornare a 200 °C per 18 minuti circa. Risultato: merende e colazioni “da campioni” e davvero “a cuor leggero” (alla faccia della Kinder).

Ascolto del giorno: Sakamoto

Ciao ciao!

NdC

Per non rimanere con l’amaro in bocca

D’accordo, il radicchio è indiscutibilmente, irrimediabilmente amaro e quasi tutti, da piccoli, lo odiavamo (nella top delle verdure più ostiche se la batteva con cavoli e cavolini vari, indivia, carciofi, ecc. ecc….). Tipica la scena in cui la nonna di turno tentava di rifilare al/la nipotino/a misteriose (e sospette) insalate, con la solita affermazione ‘Guarda che non è amara, è lattuga tenera tenera’, per poi beccarsi smorfie di profondo disgusto e disprezzo una volta inserita in bocca la prima forchettata -_-. Da qui l’idea di provare a ottenere un gusto più “rotondo” e meno aggressivo, senza privare il nostro povero, bistrattato ortaggio della sua personalità “di spicco”. Una specie di pesto-salsa di radicchio, con l’aggiunta di lievito, silk tofu e noci, per condire una pasta tipicamente ligure: i corzetti.

INGREDIENTI x due persone:

  • un cespo di radicchio di Chioggia
  • 160 g di corzetti (o altra pasta a piacere)
  • 4 noci
  • 1 C abbondante di silk tofu
  • 1 C di lievito alimentare in scaglie
  • 1 C di olio evo
  • sale e pepe qb

Far saltare per 5 minuti circa in padella il radicchio tagliato a striscioline, aggiungendo un po’ d’acqua di cottura della pasta per evitare di usare troppo olio, ottenendo quindi una salsa più leggera. Salare e pepare a piacere. Terminata la cottura, frullare al minipimer il radicchio con le noci, il silk tofu (quello morbido, per intendersi :-)) e il lievito. Una volta scolata la pasta, ripassarla in padella con la salsa ottenuta.

Ascolto del giorno: l’album scaricabile gratuitamente che Stefano ha scritto in treno con il suo iPhone durante i lunghi viaggi estivi 🙂

Ciao ciao!

NdC

Di cocomeri e altri deliri notturni

Cocomeri?! Alla faccia della stagionalità degli ingredienti, direte voi! Tutto è cominciato da qui. D’accordo che i vegani sono maestri nello sfornare le cose più improbabili senza gli ingredienti base, con risultati ai limiti del fantascienticio (vd mozzarella e gorgonzola senza latte, torte senza uova e grassi, carbonare senza pancetta, ecc.ecc.), ma… La pizza senza lievito…! Il sogno di molti (soprattutto degli intolleranti ai lieviti) si realizza: mangiarne a volontà e non svegliarsi la mattina dopo con un’incudine sullo stomaco e la sensazione di aver ingoiato un’anguria intera dimenticandosi di tagliarla prima a fette. Potevamo resistere alla tentazione di provarla? Ovviamente no. Anche il test “di-gestione notturna” del cocomerozzo in pancia è stato ampiamente superato.

INGREDIENTI:

  • 200 g di farina manitoba BIO
  • 200 g di farina 0
  • 300 ml di acqua naturale
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato
  • passata di pomodoro
  • una manciata di capperi dissalati
  • olive nere a piacere
  • sale, origano e olio evo qb

Premessa: queste erano le dosi base della ricetta. Avendo noi variato il tipo di farina (era previsto l’uso di quella di kamut), e risultando l’impasto troppo morbido, abbiamo corretto il tiro strada facendo.
Versare l’acqua in una ciotola capiente e le farine setacciate con sale e bicarbonato in un’altra scodella. Versare lentamente la farina nella ciotola dell’acqua e mescolare l’impasto con la mano (la dose, come anticipato, si è rivelata un po’ scarsina, per cui ne abbiamo aggiunta a occhio finchè la pasta non ha smesso di prenderne). A questo punto formare la classica “palla” e stendere con il mattarello un disco di impasto alto circa 1 cm (nella zona centrale si può anche diminuire lo spessore, se si vuole una consistenza più leggera). Trasferire la pizza in una teglia rotonda da 25 cm (o 28, se si desidera un’altezza minore) e guarnire a piacere (noi abbiamo usato il pomodoro, le olive e i capperi). Cuocere in forno a 200°C per 20-25 minuti circa. Che dire… Risultato ottimo, impasto morbido ma croccante ai lati, nessun tempo di lievitazione… Grazie, Mus!

Ascolto del giorno: Johann Johannsson

Ciao ciao!

NdC

La dolce vita

Dopo i 7 vizi capitali, ci sono i 7 impasti base per dolci di Pasquale Boscarello. Montersino:Boscarello=Ricotta:Silk tofu. Il suo è un libro da mantra, della serie: “questo lo proviamo”. Ieri sera ci siamo cimentati con l’impasto “Dolce vita”, ottenendo una base per torta da farcire di sapore vagamente simile al pan brioche, visto l’impiego del lievito di birra, che conferisce, per forza di cose, un sapore peculiare. A questo punto siamo ansiosi di sapere se qualcuno di voi ha provato gli impasti di Boscarello e, soprattutto, le creme per farcitura, che ci incuriosiscono parecchio. In questo caso, avendo un bel barattolo di marmellata di zucca comprata alla fiera di Murta, la scelta del “ripieno” è stata davvero semplice. Variazioni sul tema: abbiamo sostituito l’olio di mais con olio di semi di girasole, avendone in quantità industriali causa Alzheimer galoppante e “morbo del Questociserve”(esattamente il motivo per cui ci ritroviamo spesso con 8 confezioni di farro in dispensa, 5 di fiocchi di azuki, ecc. ecc.); la vaniglia doveva essere in polvere, secondo ricetta, ma abbiamo preferito usare i semi di una stecca.

INGREDIENTI per una tortiera da 28 cm:

  • 140 g di farina tipo 0 BIO
  • 140 g di farina Manitoba BIO (mulino a pietra naturale)
  • 140 g di malto di mais
  • 55 g di olio di semi di girasole
  • 55 g di mandorle pelate, tostate e frullate
  • 160 g di mele Golden sbucciate e tagliate
  • 50 g d’uvetta lavata e scolata
  •  5 cl di acqua tiepida
  • 1 cubetto di lievito di birra fresco
  • 1 cucchiaino scarso di sale
  • i semi di mezza stecca di vaniglia
  • la buccia grattugiata di mezzo limone (occhio che sia BIO!)

Far sciogliere il lievito sbriciolato nell’acqua tiepida. Nel frattempo frullare insieme le mele, il sale, la vaniglia e la buccia di limone. Quando il composto sarà abbastanza omogeneo, unire le mandorle, l’olio e il malto, continuando a frullare fino a che il tutto non sarà ben amalgamato. In una scodella a parte mettere le due farine (meglio se setacciate, per evitare la formazione di grumi), l’uvetta, il composto precedentemente lavorato e l’acqua con il lievito. Mescolare con le mani fino a ottenere un impasto morbido: sollevandone un po’ con una mano e lasciandolo, dovrà cadere lentamente. Farlo riposare per circa mezz’ora, poi stenderlo nella teglia rivestita di carta da forno e far lievitare per un’altra mezz’oretta abbondante (possibilmente al “calduccio” :-)). Cuocere in forno a 190°C per venti minuti circa. Una volta sfornata la torta, lasciar raffreddare bene prima di procedere con la farcitura. Tagliare in senso orizzontale con un coltello grande seghettato (la lama liscia rischia di non essere efficace) e spalmare su una delle due metà il ripieno desiderato (la marmellata di zucca, nel nostro caso), dopodichè rimettere il “coperchio”. Perfetta per la colazione, forse un po’ meno adatta a una cena con gli amici per via del suo sapore “panoso”.

Ascolto del giorno: Saroos (dolce ricordo del bel concerto a cui abbiamo assistito ieri sera a Genova).

Ciao ciao!

NdC

Lo Sbarazzo per Gastronauti

Se c’è una certezza, nella nostra cucina, è che ogni 3-4 giorni si rivela necessaria una ricetta ‘svuotafrigoliberitutti’. Farro, riso, polenta, miglio (e chipiunehapiunemetta) si fanno sempre in doppia-tripla quantità, con la conseguente sfida “riassemblamento”. Ecco così aggirarsi in the kitchen forme “aliene” degne dei venusiani di David Icke, nella fattispecie: polpette di ogni foggia, hambuger, snack, torte e sformati, tutti rigorosamente improvvisati a partire da reliquie di pasti che furono. Stavolta, bisogna ammetterlo, ci siamo impegnati davvero poco, ma i nostri amici ortaggi erano talmente variopinti e fotogenici da meritare comunque un post.

Ecco gli INGREDIENTI (dei veri e propri evergreen, sulla nostra tavola):

  • Zucca mantovana bio a fette (assolutamente da mangiare anche la buccia!) cotta al forno (30 minuti a 200°), condita con un filo d’olio evo, rosmarino, tamari, sale e pepe
  • Dadolata di porri e carote al forno (20 minuti a 200°)
  • Farro lessato condito con lievito alimentare in scaglie e olio evo
Come da copione Almost 3, piatto semplice ma che crea dipendenza!
Ascolto del giorno: Philip Glass.
Ciao ciao!
NdC

La torta che non c’è

Breve premessa: tutto nasce da una scommessa. La sfida era portare a cena una torta senza uova, farina, latticini, grassi e lievito O.o. Quasi quasi non andavamo neanche noi :-D!. Largo, dunque, all’inventiva! Gli Almost 3 abbandonano ancora una volta archetto e microfono e si armano di mestoli e scodelle. L’idea è quella di sfruttare la capacità dei fiocchi d’avena di assumere una consistenza “budinosa” per sfornare una golosissima torta pere e cioccolato, “spogliata” dei classici ingredienti. Provare per credere!

Ecco gli INGREDIENTI per una tortiera di 20cm, con le dosi testate sul momento:

  • 230ml di latte di soia
  • 150ml di latte di riso
  • 125g di fiocchi d’avena piccoli
  • 1C di uvetta
  • 3C di granella di nocciole
  • 2C di cacao BIO Equosolidale
  • 1 pera abate BIO
  • 2-3C di malto di mais
  • cannella qb

Portare a bollore il latte di soia mischiato a quello di riso (si può usare anche solo l’uno o l’altro, tenendo conto che quello di riso è più dolce, quindi necessiterà di una quantità minore di malto), unendo il malto e il cacao (lentamente, per evitare la formazione di grumi). Aggiungere i fiocchi e mantenere sul fuoco mescolando continuamente per una trentina di secondi, poi togliere dal fuoco. Lasciar riposare il composto per circa 7 minuti, controllando che la consistenza sia morbida al punto giusto. Intanto tagliare la pera a cubetti. Trascorso il tempo necessario, unire all’impasto l’uvetta (noi ne avevamo poca in casa, ma potete anche abbondare, si sposa benissimo con il resto), metà della granella di nocciole, i cubetti di pera e la cannella, mescolando con cura. Versare l’impasto nella tortiera precedentemente rivestita di carta da forno, decorare con la restante granella di nocciole e cuocere a 180°C per 40-45 minuti. Lasciar raffreddare bene. La torta è ancora più squisita se consumata dopo qualche ora trascorsa in frigorifero.

Ascolto del giorno: Blue Dolls (un po’ di autopubblicità…:-))

Un piatto da Re(cupero)!

Come sempre le migliori ricette sono quelle frutto dei “remix” di ingredienti che già si hanno in casa; la soddisfazione è doppia: gustarsi delle prelibatezze inaspettate ed essere orgogliosi per la propria operazione di “riciclo” :-). Colonna sonora di questa ricetta in mano a un quartetto d’ortaggi d’eccezione: una carota, due zucchine, una manciata di bietole e la parte più verde di un porro (sì, proprio lei… Quella che il fruttivendolo guarda sempre perplesso chiedendo: -La tolgo io o lo fate a casa?-). L’attore principale è il Farro Bollito (che, in caso di necessità, può essere prontamente sostituito da Riso Integrale o Orzo Perlato), e, come colpo di scena finale… Un pizzico di zafferano! Comparse: 1C d’olio evo, sale qb, qualche foglia di basilico e un po’ d’acqua.

Trama: dopo aver lavato le verdure, tagliarle a pezzettini e farle cuocere con poca acqua salata in una pentola, aggiungendo a fine cottura (circa 15 minuti) il pizzico di zafferano. Frullare le sole verdure con un minipimer, aggiungendo a piacere un po’ d’acqua di cottura. Il risultato dev’essere comunque una crema molto densa. Condire il farro con la crema, unendo il basilico e un filo d’olio.

Ascolto consigliato: Anja Garbarek

 

Ciao ciao!

NdC